venerdì 24 novembre 2017

22 Novembre: "Un attimo prima dell'alba"


Nelle bacheche delle nostre chiese e nei social, nei giorni passati la nostra attenzione è stata catturata da una locandina per l' incontro con padre Ibrahim, nella chiesa di Pescaiola, il 22 Novembre. Fra Ibrahim Alsabagh è il parroco di Aleppo. Nato a Damasco, dopo gli studi a Roma è tornato in Siria, chiamato dal Signore per stare con la sua gente...
Lo sfondo della locandina,  raffigurante paesaggi devastati dalla follia della guerra, ben faceva immaginare la testimonianza che avremmo ascoltato.
Nel salone parrocchiale, gremito di fedeli, abbiamo finalmente conosciuto questo coraggioso frate francescano, dal volto sereno e dal parlare mite, caratteristica di chi parla con il cuore, prestando la propria voce allo Spirito Santo.  Il suo racconto ci ha coinvolto profondamente,  molto toccante per gli aspetti di una realtà tanto cruda, molto lontana da ogni nostra immaginazione e che la bella esposizione del padre ci ha invece avvicinato facendocene assaporare l'amaro più profondo.  
A tratti era inevitabile paragonare con la nostra società, con le tante famiglie che soffrono per la precarietà del lavoro e per la conseguente perdita della casa.  Ma la guerra fatta di armi è l'inferno vero...con la mancanza di acqua e di luce...la mancanza di cibo e l'assenza di medicine... e la morte sempre in agguato tra anziani e bambini... e pure tra donne e persone giovani strappati alla vita per i missili che cadono improvvisi... e le armi chimiche che devastano l'uomo facendolo morire in pochi giorni. 
"Fornace ardente" l'ha definita il padre, dove pure camminare per le vie, spesso interrotte dai cumuli di macerie, può costituire una trappola a causa delle mine inesplose e per i cecchini che ancora oggi si possono nascondere ovunque.  Eppure anche ad Aleppo germogliano i semi della speranza: grazie a tante persone di buona volontà sul posto e a distanza attraverso le donazioni, mediante i padri francescani, il Signore ha ispirato miriadi di progetti. Nonostante il fumo delle macerie ancora visibile, sta tornando un pizzico di normalità con acqua, luce, cibo, lavoro, medicine e nuove case...nell'infaticabile opera dei padri, con la Chiesa e il convento sempre aperti ai bisogni di tutti. 
La serata, iniziata con il saluto del Vescovo e di don Severino, parroco di Pescaiola, è terminata con la sensibilizzazione agli aiuti verso i Cristiani di Aleppo. Ma soprattutto padre Ibrahim ci ha raccomandato di pregare per la comunità dei frati francescani e per la popolazione, la cui crisi forse è appena iniziata, considerate le ferite profonde che devastano le case ma soprattutto devastano l'uomo moralmente e psicologicamente, oltre che fisicamente. 
Preghiamo con tutto il cuore, che il Signore doni luce e ogni necessità quotidiana a questi nostri fratelli cristiani della Siria, della Terra Santa e del mondo intero. 
E per quelli che vivono ad Aleppo...un attimo prima dell'alba...

Liana

domenica 19 novembre 2017

16 Novembre: come a Fatima


Il 16 Novembre, mediante il nostro chitarrista Alberto, siamo stati chiamati ad animare l'Adorazione nella chiesa di San Bernardo ad Arezzo per un evento eccezionale: in occasione del centenario delle apparizioni, il parroco don Siro con i suoi collaboratori hanno avuto la bellissima idea di invitare la Madonna Pellegrina, una delle tante statue benedette a Fatima e spedite in giro per il mondo, per incendiare i cuori con la fiamma della fede. La Mamma si preoccupa dei propri figli e in ogni modo cerca di invitarli ad aprirsi a Gesù e a convertirsi al Vangelo! 


Una settimana piena zeppa di appuntamenti spirituali, hanno fatto da richiamo a una folla incredibile che si è alternata davanti alla Regina. Ed eccola, a lato dell'Altare,  in una meravigliosa cornice di fiori e lumini accesi, ognuno dei quali esprimeva una preghiera, una sofferenza, un ringraziamento di chi, per un momento, si è fermato pure in ginocchio, per sentirsi tra le Sue braccia materne ed accogliere il Suo invito ad adorare Gesù nella SS.  Eucaristia. 

L'abbiamo omaggiata con il nostro canto e, poco dopo, il diacono Federico ha portato il Signore nel Suo Trono di Gloria. Lo abbiamo accolto con grande gioia, adorandolo profondamente, nel profumo dell'incenso che riempiva l'aria. 

Federico ci ha aiutato ad introdurci nel clima di preghiera e di lode, chiedendo a Gesù di aprire i nostri cuori e di spazzare via tutte le nostre pesantezze,   per riconoscerlo pienamente nell'Eucaristia. Lo abbiamo invocato con fede affinché, come il cieco Bartimeo, pur essendo misero e relegato ai margini della società ben avvolto nella sicurezza del suo mantello (cf Mc 10,46-52), anche noi potessimo gettare via i nostri "mantelli" per affidarci completamente a Lui, che adesso era lì, vivo davanti a noi, desideroso soltanto di inondarci con il Suo Amore. 

Le dolci melodie del nostro canto erano intervallate dalla preghiera spontanea che ognuno poteva fare e da momenti di silenzio che urlavano al nostro cuore la pienezza dell'Infinito. Anche noi eravamo lì, come mendicanti, a supplicare di guarire la nostra cecità, il nostro attaccamento alle cose materiali che spesso ci impediscono di riconoscerlo davvero, vivo e presente accanto a noi. Abbiamo chiesto a Maria, che per prima lo ha adorato nella Sua culla e lo ha stretto tra le Sue braccia, di aiutarci nella contemplazione, facendo scendere la Sua Luce in tutti gli angoli più bui del nostro essere, dove si annida il nostro passato di peccati e di torti provocati e subiti,  che ancora oggi ci turbano e ci inquinano, impedendoci l'Amore...

La Chiesa era piena di fedeli...abbiamo proclamato a Gesù la nostra fede e gli abbiamo detto a voce alta il nostro: ti amo!
Nei volti si scorgeva la commozione... il Signore ha compiuto meraviglie mentre su noi alitava il Suo Ruah, il soffio di Fuoco divino!

Nella profezia, il Signore ci ha invitati a non stancarci di raddrizzare i Suoi sentieri  e a preparare costantemente la Sua via (cf Lc 3,4-6): dobbiamo stare pronti ad accoglierlo perché non sappiamo né il giorno né l'ora in cui verrà,  glorioso tra le nubi per portarci con sé, nel seno del Padre, nell'eternità! 

Infine lo abbiamo ringraziato con tutto il cuore, e mentre con gli occhi dello Spirito lo vedevamo in mezzo a noi qual "uomo di Galilea che passando va", ci ha solennemente benedetto , sotto lo sguardo compiaciuto di Maria.

"I tre pastorelli di Fatima durante le apparizioni erano inondati dal profumo della Madonna,  un profumo che inebriava la pianta di Leccio nella quale Lei sostava - ci ha detto Federico - Così dopo l'apparizione i bambini spezzavano dei rametti per portarli nella propria casa diffondendo ovunque quel soave odore. Anche noi questa sera siamo chiamati a portare nelle nostre case e nelle nostre famiglie il profumo di Maria!"

Abbiamo sorriso...non avevamo rametti di leccio da spezzare ma di sicuro le belle riflessioni e le note festose dei nostri canti ci hanno accompagnato fino a casa, per portare ai nostri cari la Grazia e la gioia entusiasmante di questa serata davvero speciale!

W Maria!!!
                    Liana

domenica 5 novembre 2017

4 Novembre: L'Abbraccio del Padre


In questo tiepido pomeriggio autunnale, insieme ad alcune amiche del nostro gruppo Emmanuel, ci siamo recati alla Casa di Preghiera Gesù Amore, dove si sta svolgendo un fine settimana di fuoco sul tema "Perdono, cardine della guarigione interiore". Ospite e relatore per questo delicato tema don Cesar A. Pluchinotta, come da locandina dell'evento pubblicizzato sulla pagina Facebook della Casa di Preghiera. Il nostro don Alejandro Festa ci ha subito guidato per un bellissimo momento di lode, con il magnifico coro che come ogni sabato ci porta il cuore nelle altezze celesti.
Aiutato da alcune diapositive, don Cesar ci ha parlato del perdono in relazione al nostro rapporto sbagliato con Dio Padre, ed ecco qualche appunto:

Spesso si sente dire impropriamente che Dio premia i buoni e punisce i cattivi. Questo pensiero ci proviene da quando eravamo bambini: se si combinava qualche marachella subito ci dicevano: Dio ti punirà. Questa mentalità ce la portiamo dietro e pure negli ospedali capita che mi chiedono: padre cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Ma Dio non manda il male a nessuno! Succede un terremoto e si dice: è un castigo di Dio. Così le persone si arrabbiano e se la prendono con Dio. 
Non è così... si soffre per colpa delle nostre fragilità e gli eventi naturali non sono mai castigo di Dio! Dobbiamo purificare questa mentalità.  
Altre volte si è arrabbiati con Dio per colpa di una proiezione paterna sbagliata di quando eravamo piccoli: se il padre puniva,  abbiamo l'immagine di un Dio che punisce.
Ci sono profezie in cui non dobbiamo credere, che preannunciano disgrazie annunciate da Maria in presunte apparizioni, ma Gesù ci ha fatto conoscere un Dio che è Amore e non c'entra niente con tanti messaggi terroristici. 
A volte ci facciamo una religiosità fondata sulla paura.... prendiamo benedizioni su benedizioni e non crediamo nella perfezione dell'Amore di Dio: Lui è sempre più grande e non è un padre né  punitore né vendicativo! 
Quante persone frequentano i nostri gruppi di preghiera da tanto tempo, eppure ancora confessano di non aver sperimentato profondamente l'amore di Dio, proprio per tante esperienze sbagliate con la figura paterna! 
Ci sono bambini che crescono convinti di non essere importanti per i genitori per cui ci si fa l'immagine di un Dio disinteressato. Dio si interessa di tutti e ascolta tutti, non solo noi Sacerdoti! 
Molte persone sono ossessionate per i propri errori del passato perciò  si fanno l'idea di un Dio poliziotto. 
Ci sono figli oppressi dai genitori, che non danno spazio di crescita, e da grandi immaginano un Dio controllore che fa venire ansia. Altri ancora immaginano un Dio aggressivo e violento, perché hanno avuto un padre che in casa picchiava tutti: Dio non è irascibile, di Lui ci possiamo fidare. 
Altre persone hanno avuto un padre assente, preso dal lavoro, per cui da grandi dicono: figurati se Dio ascolta me, con quanto ha da fare! A volte da bambini ci paragoniamo con i fratelli, i genitori hanno preferenze... si cresce con l'idea che i miracoli sono prima per gli altri e non per noi: Dio è Padre in quanto sorgente di vita...infonde pace, gioia, sicurezza...siamo tutti figli prediletti! 
Anche se Gesù è maschio, di Dio possiamo parlare in termini paterni e materni: forte come un papà, dolce e tenero come una mamma. Egli ci ha creato con la nostalgia dell'infinito e il nostro cuore non trova pace finché non si riposa in Lui, diceva sant'Agostino. 
Ogni giorno dobbiamo pregare così: Signore dammi la Grazia di avere una conoscenza intima di Te, del tuo amore e della tua misericordia! 
Qual è la mia immagine di Dio? Quando è che faccio fatica a entrare in relazione con Lui? Forse quando sono triste? Malato? Arrabbiato? Cosa devo purificare della mia immagine di Dio per riconciliarmi profondamente con Lui?
Introdotto dal coro, abbiamo poi fatto un momento di "deserto"  con profondo coinvolgimento interiore, in cui ognuno di noi ha potuto frugare nelle pieghe del proprio cuore e cercare cosa davvero non ci fa gustare l'amore di Dio, chiedendogli di aprire i nostri occhi alla Sua mirabile Luce:

Aprimi gli occhi del cuore, 
apri i miei occhi Signore,
voglio vederti! Voglio vederti!
Vederti splendere Signor
nella luce della Tua gloria!
Versa il Tuo Amore su noi
mentre cantiamo Santo Santo....

Don Alejandro e don Cesar ci hanno guidati in una profonda preghiera, chiedendo a Gesù di prenderci per mano e di accompagnarci a conoscere Dio Padre, che ci ama, ci perdona sempre, non ci tradisce e non ci abbandona mai.

In un'atmosfera celestiale, ognuno di noi che per motivi più o meno consci avvertiva il desiderio di un abbraccio paterno, si è potuto avvicinare ad uno dei fratelli chiamati dai Sacerdoti all'Altare per prestare le proprie braccia a Dio Padre misericordioso e stringere in un caloroso abbraccio le tante persone che lo desideravano. È stato un momento di Grazia molto potente in cui lo Spirito ha agito con liberazioni e guarigioni... con tanti singhiozzi e copiose lacrime....

Qualche minuto di pausa e, con il cuore aperto e le mani alzate, abbiamo  partecipato alla S. Messa, con gioia davvero rinnovata.
All'omelia Don Alejandro ha sottolineato, prendendo spunto dal Vangelo di questa domenica, di quante persone impegnate nella chiesa e nei gruppi come responsabili, guide, presidenti... a volte si appropriano dei loro ruoli cadendo nella vanagloria. Il Signore dona i Suoi Carismi, ma con la mentalità che  "bisogna che Egli cresca e io diminuisca" (Gv 3,30), servendo la Chiesa con umiltà. Il Signore ha il controllo di tutto, le persone non guariscono per le mie parole ma per l'azione del Signore. E "io resto quieto e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre" (Cf Sl 131,2). Quest'estate circolava una maglietta in cui c'era scritto: "Dio esiste, rilassati, non sei tu"! 
Dobbiamo essere semplici e stare nella pace confidando nel Signore, perché Lui solo è il nostro Re, maestro,  responsabile, guida....

Abbiamo ricevuto Gesù nell'Eucaristia, con la certezza che in Lui il Padre effondeva su di noi tutto il Suo Amore, mentre il coro della Casa di Preghiera ci guidava nel canto:

Questo è il momento, è l'ora Signore, oggi ti voglio incontrare,
e ritornare nella Tua casa, per restare insieme a Te!....

Terminata la Santa Messa, abbiamo adorato il Signore, coronandolo di un trono di lodi, mentre don Alejandro passava solennemente in mezzo a noi con il Signore, e don Cesar ci guidava ancora nella preghiera con la potenza dello Spirito Santo, insieme alle note divine del coro: tutto il cielo adesso ci sorrideva!

Ci siamo sentiti guariti, liberati e benedetti da Dio, che ci è Padre ricco di Grazia e di Misericordia, per essere Cristiani sempre più veri e liberi, alla sequela di Gesù e in perfetta armonia con i fratelli per testimoniare al mondo le meraviglie del Suo Amore. 

Sì, ne siamo sicuri, "Dio è Amore" (1Gv 4,8), alleluia!!!

Liana Franco