Domenica 28 Maggio 2017
MUOVITI IN ME!
E’ arrivato!
E’ arrivato il giorno di gioia, di grazia, di felicità che tutti aspettavamo
con trepidante attesa. Stanotte ho dormito poco. Mi risvegliavo spesso. E’ come
quando dobbiamo incontrarci con l’Amato. La lunga attesa è finita. Abbiamo
immaginato, sognato, fantasticato su questa giornata. L’abbiamo attesa
custodendola nel nostro cuore come una perla preziosa, con qualche sbirciatina
ogni tanto per intravederne il luccichio, la brillante lucentezza. Oggi c’è tutto: l’emozione, la trepidezza,
l’entusiasmo. E anche un po’ di timore, perché no!
Contra di
Partina è un quadro impressionista. Un oceano di verde, di campi appena
falciati, l’aria impregnata di un profumo di terra, di erba fresca, di menta e
rosmarino, di nepetella. Il cielo è azzurro, l’azzurro dei cieli di Toscana,
aperti, immensi, infiniti. E’ un’oasi di quiete, di pace, di serenità.
Ci siamo
tutti o quasi. Chi non c’è, è con noi in preghiera e in spirito. Siamo
emozionati come tanti scolaretti al primo giorno di scuola. Lo si capisce dai
sorrisi impacciati, appena accennati, dagli sguardi intimoriti che cercano
conferme negli sguardi degli altri. Sta per arrivare lo Spirito e tutti ci
comprendiamo senza neanche parlare. Lo Spirito è Colui che ci riunisce, perché
è il legame di amore fra il Padre e il Figlio e quindi ci rende “Uno” tra di
noi. Ci innesta nella vita trinitaria.
Ma Marco già
invita tutti a prendere posto in cappella per la preghiera comunitaria
carismatica e poi per l’ultimo insegnamento del Seminario tenuto da don Matteo.
E la preghiera comincia. Comincia, come dirà
fra poco anche don Matteo, in modo strano, inconsueto. E’ una preghiera
“all’incontrario”. Invece di cominciare dalla lode, dal canto di gioia,
dall’Alleluia, si comincia dalla Consolazione. E’ come se, prima di lodare, avessimo
bisogno di liberare il nostro cuore dagli ostacoli, dalle pietre, dalle macerie
che ancora lo ingombrano. C’è in tutti l’ardente desiderio di spalancare il
cuore all’azione dello Spirito per ricevere il cuore nuovo, vivo, pulsante che
ci è stato promesso. Solo dopo, solo dopo la Consolazione, l’assemblea si
scioglie in un canto di lode, di ringraziamento.
Lo Spirito è già qui! Non vedo le fiaccole
sopra la testa dei fratelli, ma il soffio di vita, lo Spirito d’Amore è sceso e
sta abbracciando ciascuno di noi. Il Salmo 121 proclamato da Marco ne è la
conferma: “L’aiuto mi verrà dal Signore: Egli ha fatto cielo e terra…il Signore
è il tuo custode, il Signore è l’ombra che ti copre”…
Don Matteo è
pieno di entusiasmo, ci interroga, ci incalza con le domande sullo Spirito
Santo, coinvolge tutti in questo ultimo passaggio prima della Nuova Pentecoste.
La prima
considerazione è sull’importanza di appartenere ad un gruppo, ad una comunità.
Solo la comunità, infatti ci permette di verificare se stiamo veramente camminando
nella Verità. Poi ci annuncia qualcosa che forse potrebbe apparire scontato:
Dio vuole abitare nel nostro cuore. Il luogo dove lo Spirito vorrà “muoversi” è
il nostro cuore e lo trasformerà secondo il cuore di Dio. Ecco allora che la
festa, la convivialità, la gioia che caratterizzano le nostre comunità è il
segno distintivo che lo Spirito è qui, che c’è davvero!
Nel giorno
in cui la Chiesa tutta celebra l’Ascensione, Gesù ci lascia fisicamente, ma
promette lo Spirito, Spirito che ci aiuterà a capire la Verità e che ci
insegnerà ogni cosa.
“Io sarò con
voi fino alla fine del mondo”!
Gesù aveva
già “ soffiato” sugli Apostoli otto giorni dopo la sua Resurrezione, ma essi
continuavano a rimanere chiusi nel Cenacolo. Anche noi abbiamo già ricevuto lo Spirito
il giorno del nostro battesimo, ma come gli Apostoli siamo ancora chiusi nel
nostro “cenacolo”. E’ solo con la Grande Pentecoste, quando lo Spirito scende
con potenza e fuoco che gli Apostoli escono dal Cenacolo per annunciare al
mondo la salvezza e per testimoniare la Resurrezione. Oggi per noi è la grande
Pentecoste e lo Spirito spingerà ciascuno di noi fuori dal cenacolo chiuso del
nostro io, del nostro piccolo cuore impaurito e ci chiederà di diventare
testimoni intrepidi del Risorto.
Con l’effusione
consegniamo allo Spirito la nostra libertà e noi cominceremo a diventare ad
immagine e somiglianza di Dio. E il primo dono, il primo regalo che ci farà lo
Spirito è quello di rivelarci qual è il nostro peccato, quel peccato che
impedisce all’Amore di abitare nella nostra vita e di condurla, di guidarla. Il
secondo dono sarà quello della lode, della preghiera. Lo Spirito vuole pregare
in noi “con gemiti inesprimibili” per darci quello di cui abbiamo veramente
bisogno. Il Padre ci chiede soprattutto una preghiera di lode, perché è la lode
che ci dà la misura di quanto Lui ami le sue creature. E allora non
stanchiamoci mai di chiedere lo Spirito, di chiedere allo Spirito di muoversi
in noi, di agire, di trasformarci.
Allo Spirito non chiediamo un dono - è
l’ultima parola di don Matteo - ma chiediamogli tutto!
E’ l’una
passata quando ci concediamo una breve pausa per il pranzo. E’ il momento di
convivialità di cui parlava don Matteo poco fa. Ma vedo che ognuno lo vive a
modo suo, chi condividendolo con i fratelli, chi appartato in un angolo di
prato, chi davanti alla statua della Madonna. Siamo tutti coscienti che il
momento grande della Nuova Pentecoste è arrivato e credo che le esigenze dello
spirito superino di gran lunga quelle del corpo. C’è bisogno di fare silenzio
dentro di noi, di preparare il nostro cuore, di raccoglierlo prima
dell’incontro con Dio Spirito.
Poco prima
dell’effusione scopro di essere stata scelta per pregare sui fratelli. Un nodo
mi chiude la gola. Percepisco con forza tutta l’indegnità che mi abita, mi si
chiede di diventare strumento nelle mani dello Spirito e io mi sento meno di
nulla! E’ talmente forte questo sentimento di miseria, di povertà spirituale
che ho pregato offrendo allo Spirito la grande sofferenza che porto nel mio cuore
perché Lui scenda con potenza sui fratelli.
Il resto lo
ha fatto lo Spirito Santo. E’ stato un
pomeriggio intenso, pieno di Dio, strapieno di Amore.
E
io lo sento, lo Spirito! Lo sento vibrare nell’aria, lo vedo nel pulviscolo
dorato del pomeriggio, ne avverto il profumo inebriante che a tratti entra
nella stanzetta, il nostro piccolo cenacolo. Tutto, tutto è Dio. Tutto è
impregnato della sua potenza, del suo immenso Amore.
La
giornata meravigliosa che abbiamo vissuto si è conclusa con la celebrazione
dell’Eucarestia, i volti dei fratelli mi rivelano la gioia che li abita. Sono
volti luminosi, sorridenti anche se rigati di lacrime. C’è un’allegria nuova.
I
canti di lode della liturgia scaturiscono direttamente dai nostri cuori
toccati, baciati dallo Spirito e davvero si uniscono al coro degli angeli che
in Cielo, oggi, festeggiano esultanti il ritorno di Gesù!
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