giovedì 4 luglio 2019

Pillole di Rinnovamento: IL CANTO IN LINGUE



Che cos’è il Canto in lingue?

C’è un testo molto bello di Sant’Agostino che spiega il canto in lingue:

Chi è nella gioia non dica parole; la sua gioia si fa capire senza che egli vi aggiunga parole: è il canto di un’anima che la gioia inonda e che può esternare dei sentimenti senza arrivare a formare delle frasi. L’uomo che è nella gioia, cominciando dalle parole che non possono né dirsi né comprendersi, giunge a una specie di grido in cui la felicità scaturisce senza parole” (Sant’Agostino, ). 

Il canto in lingue dunque è una preghiera dello Spirito Santo, che invocato, inonda l’anima con suoi doni, della sua potenza, e viene espresso non in parole di senso compiuto, ma che inizia con una sorta di balbettio, un linguaggio  che solo lo Spirito Santo capisce. E’ una preghiera che non nasce dalla volontà di dire qualcosa, ma che trascende la mente, staccandosi da formule grammaticali, da vocaboli conosciuti, e innalza l’Amore al Creatore, come un bambino che esprime il suo amore verso la mamma con gorgheggi che all’apparenza non significano niente ma che in realtà sono densi di amore.

Dice padre Raniero Cantalamessa nel suo libro Il canto dello Spirito:

“Il verbo “cantare” con i suoi derivati, (canto, cantico, cantore), è tra le parole che ricorrono con maggior frequenza nella Bibbia, (circa 309 volte nell’Antico Testamento e 36 nel Nuovo)” .

Ci sono due significati che possiamo attribuire all’espressione “Non ho parole”. Il primo  è chiaramente negativo, mentre il secondo indica uno stupore talmente forte, che non sappiamo come descriverlo a parole. Tale è l’anima davanti alla presenza di Dio: non ha parole per descrivere la bellezza di questo incontro,  e loda con il cuore e l’anima, senza parola, con un canto che inizia magari con una semplice nota, e che finisce per spaziare in tutte le tonalità musicali, concerto paradisiaco, angelico, che trascende il linguaggio umano, con le sue regole, e vibra in alto, fino al cielo. Lodare Dio, lodarlo perché semplicemente Egli è Colui che è, senza richieste, senza pretese, ma riconoscendolo come Dio: la lode ci porta dinnanzi al suo trono, ed il canto in lingue ne rappresenta la gioia inesprimibile a parole.

Il timore di apparire ridicoli può bloccare il nostro canto in  lingue: è l’ego umano che si frappone tra l’uomo e Dio. Lascia che sia Lui a guidare la tua preghiera. Non capisci ciò che dici? Meglio! Egli sta chiedendo ciò che è bene per Te, per la tua anima. Sono sempre più numerose le testimonianze di guarigioni, legate al canto in lingue. Questo perché lo Spirito Santo interviene alla radice del problema. Chi canta e prega in lingue, come ci ricorda l’apostolo Paolo, edifica se stesso:

Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio (Rm 8,26-27).

Nel seguente video un esempio: