Io e mio marito siamo stati a vedere il
“sequel” di GOD’S NOT DEAD.
Devo dire subito che pur essendo un
bel film - che tutti dovrebbero vedere - il primo mi aveva coinvolto di
più, per i maggiori spunti di riflessione contenuti.
Ma veniamo a noi.
In un' America, e potremmo anche dire nel Mondo cosiddetto occidentale,
la religione è relegata ad un fatto puramente personale che non deve
destabilizzare le istituzioni, pena l’ostracismo ed in questo caso
sanzioni punitive.
Così un' insegnante cristiana
si trova nei guai per aver cercato di dare conforto ad un’ alunna
disperata per la perdita del fratello, ma soprattutto per l’
indifferenza dei genitori. Per la ragazza le parole dell’insegnante sono
una piccola speranza per un domani dove potrà riunirsi con l’amato
fratello, ma la vera svolta avviene quando una operatrice che è andata a
casa sua per ripulirla da tutto quello che era appartenuto al ragazzo,
le consegna una Bibbia trovata in uno scatolone. Comincia a leggere e
le prospettive cambiano; così durante una lezione di storia sul
pacifismo di M.L.King e Gandhi, domanda se anche Gesù si può definire un
uomo di pace; la professoressa dice di si e porta degli esempi
attinenti a fatti storici. Un ragazzo però la denuncia al consiglio di
istituto che la vuol costringere a ritrattare e correggere le opinioni
espresse, ma lei si rifiuta.
A parer mio non tanto per confermare la sua
fede, ma perché certa di non aver fatto nulla di male.
Poi le cose si
complicano e viene portata in tribunale dai genitori della ragazza che
si rivolgono ad un principe del foro per riaffermare il loro ateismo e
ricondurre la figlia sulla loro strada.
Qui si inseriscono personaggi
che avevamo visto nel film precedente: la giornalista rampante ora che è
guarita dal cancro non sa più se credere all’intervento divino o alla
scienza; il ragazzo orientale che ha trovato Dio e vuole scoprirlo
sempre meglio e, ripudiato dal padre, è consapevole di averne trovato
uno migliore che non tradisce. Durante il processo il Pastore accettato con molti dubbi fra la giuria
si sente male e viene sostituito da una ragazza molto “alternativa”, con
capelli colorati, tatuaggi, ecc. Il processo va avanti, ma tutto fa pensare che la spunterà il grande
avvocato (che sembra un gatto che ha mangiato il topo).
La svolta
avviene quando all’ ultima udienza il giovane che difende l’insegnante, e che ha capito quanto profonda sia la sua fede anche se per
adeguarsi alle convenzioni la tiene nascosta, cambia atteggiamento e da
difensore diviene suo accusatore fino a rompere le difese
dell’insegnante e far emergere la fede profonda che governa la sua via.
La giuria chiamata ad emettere il
verdetto la assolve, ma a far giungere a questa assoluzione è stata
senz’altro la ragazza colorata, che quando si gira per uscire fa bella
mostra di una croce tatuata sul collo.
Anche lei finalmente aveva potuto
esprimere la sua fede.
Anna D.