lunedì 29 maggio 2017

Seminario di Vita Nuova: GIORNATA DI EFFUSIONE



Domenica 28 Maggio 2017

MUOVITI IN ME!

E’ arrivato! E’ arrivato il giorno di gioia, di grazia, di felicità che tutti aspettavamo con trepidante attesa. Stanotte ho dormito poco. Mi risvegliavo spesso. E’ come quando dobbiamo incontrarci con l’Amato. La lunga attesa è finita. Abbiamo immaginato, sognato, fantasticato su questa giornata. L’abbiamo attesa custodendola nel nostro cuore come una perla preziosa, con qualche sbirciatina ogni tanto per intravederne il luccichio, la brillante lucentezza.  Oggi c’è tutto: l’emozione, la trepidezza, l’entusiasmo. E anche un po’ di timore, perché no!
Contra di Partina è un quadro impressionista. Un oceano di verde, di campi appena falciati, l’aria impregnata di un profumo di terra, di erba fresca, di menta e rosmarino, di nepetella. Il cielo è azzurro, l’azzurro dei cieli di Toscana, aperti, immensi, infiniti. E’ un’oasi di quiete, di pace, di serenità.
Ci siamo tutti o quasi. Chi non c’è, è con noi in preghiera e in spirito. Siamo emozionati come tanti scolaretti al primo giorno di scuola. Lo si capisce dai sorrisi impacciati, appena accennati, dagli sguardi intimoriti che cercano conferme negli sguardi degli altri. Sta per arrivare lo Spirito e tutti ci comprendiamo senza neanche parlare. Lo Spirito è Colui che ci riunisce, perché è il legame di amore fra il Padre e il Figlio e quindi ci rende “Uno” tra di noi. Ci innesta nella vita trinitaria.
Ma Marco già invita tutti a prendere posto in cappella per la preghiera comunitaria carismatica e poi per l’ultimo insegnamento del Seminario tenuto da don Matteo.
 E la preghiera comincia. Comincia, come dirà fra poco anche don Matteo, in modo strano, inconsueto. E’ una preghiera “all’incontrario”. Invece di cominciare dalla lode, dal canto di gioia, dall’Alleluia, si comincia dalla Consolazione. E’ come se, prima di lodare, avessimo bisogno di liberare il nostro cuore dagli ostacoli, dalle pietre, dalle macerie che ancora lo ingombrano. C’è in tutti l’ardente desiderio di spalancare il cuore all’azione dello Spirito per ricevere il cuore nuovo, vivo, pulsante che ci è stato promesso. Solo dopo, solo dopo la Consolazione, l’assemblea si scioglie in un canto di lode, di ringraziamento.
 Lo Spirito è già qui! Non vedo le fiaccole sopra la testa dei fratelli, ma il soffio di vita, lo Spirito d’Amore è sceso e sta abbracciando ciascuno di noi. Il Salmo 121 proclamato da Marco ne è la conferma: “L’aiuto mi verrà dal Signore: Egli ha fatto cielo e terra…il Signore è il tuo custode, il Signore è l’ombra che ti copre”…
Don Matteo è pieno di entusiasmo, ci interroga, ci incalza con le domande sullo Spirito Santo, coinvolge tutti in questo ultimo passaggio prima della Nuova Pentecoste.
La prima considerazione è sull’importanza di appartenere ad un gruppo, ad una comunità. Solo la comunità, infatti ci permette di verificare se stiamo veramente camminando nella Verità. Poi ci annuncia qualcosa che forse potrebbe apparire scontato: Dio vuole abitare nel nostro cuore. Il luogo dove lo Spirito vorrà “muoversi” è il nostro cuore e lo trasformerà secondo il cuore di Dio. Ecco allora che la festa, la convivialità, la gioia che caratterizzano le nostre comunità è il segno distintivo che lo Spirito è qui, che c’è davvero!
Nel giorno in cui la Chiesa tutta celebra l’Ascensione, Gesù ci lascia fisicamente, ma promette lo Spirito, Spirito che ci aiuterà a capire la Verità e che ci insegnerà ogni cosa.
“Io sarò con voi fino alla fine del mondo”!
Gesù aveva già “ soffiato” sugli Apostoli otto giorni dopo la sua Resurrezione, ma essi continuavano a rimanere chiusi nel Cenacolo. Anche noi abbiamo già ricevuto lo Spirito il giorno del nostro battesimo, ma come gli Apostoli siamo ancora chiusi nel nostro “cenacolo”. E’ solo con la Grande Pentecoste, quando lo Spirito scende con potenza e fuoco che gli Apostoli escono dal Cenacolo per annunciare al mondo la salvezza e per testimoniare la Resurrezione. Oggi per noi è la grande Pentecoste e lo Spirito spingerà ciascuno di noi fuori dal cenacolo chiuso del nostro io, del nostro piccolo cuore impaurito e ci chiederà di diventare testimoni intrepidi del Risorto.
Con l’effusione consegniamo allo Spirito la nostra libertà e noi cominceremo a diventare ad immagine e somiglianza di Dio. E il primo dono, il primo regalo che ci farà lo Spirito è quello di rivelarci qual è il nostro peccato, quel peccato che impedisce all’Amore di abitare nella nostra vita e di condurla, di guidarla. Il secondo dono sarà quello della lode, della preghiera. Lo Spirito vuole pregare in noi “con gemiti inesprimibili” per darci quello di cui abbiamo veramente bisogno. Il Padre ci chiede soprattutto una preghiera di lode, perché è la lode che ci dà la misura di quanto Lui ami le sue creature. E allora non stanchiamoci mai di chiedere lo Spirito, di chiedere allo Spirito di muoversi in noi, di agire, di trasformarci.
 Allo Spirito non chiediamo un dono - è l’ultima parola di don Matteo - ma chiediamogli tutto!
E’ l’una passata quando ci concediamo una breve pausa per il pranzo. E’ il momento di convivialità di cui parlava don Matteo poco fa. Ma vedo che ognuno lo vive a modo suo, chi condividendolo con i fratelli, chi appartato in un angolo di prato, chi davanti alla statua della Madonna. Siamo tutti coscienti che il momento grande della Nuova Pentecoste è arrivato e credo che le esigenze dello spirito superino di gran lunga quelle del corpo. C’è bisogno di fare silenzio dentro di noi, di preparare il nostro cuore, di raccoglierlo prima dell’incontro con Dio Spirito.
Poco prima dell’effusione scopro di essere stata scelta per pregare sui fratelli. Un nodo mi chiude la gola. Percepisco con forza tutta l’indegnità che mi abita, mi si chiede di diventare strumento nelle mani dello Spirito e io mi sento meno di nulla! E’ talmente forte questo sentimento di miseria, di povertà spirituale che ho pregato offrendo allo Spirito la grande sofferenza che porto nel mio cuore perché Lui scenda con potenza sui fratelli.
Il resto lo ha fatto lo Spirito Santo.  E’ stato un pomeriggio intenso, pieno di Dio, strapieno di Amore.
E io lo sento, lo Spirito! Lo sento vibrare nell’aria, lo vedo nel pulviscolo dorato del pomeriggio, ne avverto il profumo inebriante che a tratti entra nella stanzetta, il nostro piccolo cenacolo. Tutto, tutto è Dio. Tutto è impregnato della sua potenza, del suo immenso Amore.
La giornata meravigliosa che abbiamo vissuto si è conclusa con la celebrazione dell’Eucarestia, i volti dei fratelli mi rivelano la gioia che li abita. Sono volti luminosi, sorridenti anche se rigati di lacrime. C’è un’allegria nuova.
I canti di lode della liturgia scaturiscono direttamente dai nostri cuori toccati, baciati dallo Spirito e davvero si uniscono al coro degli angeli che in Cielo, oggi, festeggiano esultanti il ritorno di Gesù!

giovedì 18 maggio 2017

Seminario di Vita Nuova: I CARISMI

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I CARISMI
Il Seminario di Vita Nuova è arrivato, quasi all’improvviso, alla fine. Il penultimo insegnamento prima della giornata di Effusione, ha per tema “I carismi”.
Intanto, la parola carisma spesso evoca frasi dette e ridette, luoghi comuni, espressioni trite e scontate: “Quel politico è carismatico”, “Quel cantante ha un carisma”, “Che carisma ha quell’attrice!”. Di per sé, non è neanche tanto sbagliato perché nel linguaggio comune per carisma si intende “dono”, “qualità”, “capacità”, ed è vero che alcuni hanno doni particolari: un eloquio fluido, forza di persuasione, presa sul pubblico, capacità di comando, una bella voce, una grande capacità interpretativa…
Ma, per noi, sorelle e fratelli del Rinnovamento, cosa vuol dire “carisma”?
 Stasera a parlare di Carismi dello Spirito Santo c’è don Alejandro Festa, assistente spirituale del Rinnovamento della Toscana e direttore della Casa di Preghiera “Gesù Amore” di Pontassieve, e, permettetemi di dirlo, un autentico “carismatico”!
Lo guardo incantata mentre dall’ambone introduce il tema che penetra dentro l’essenza stessa di Dio, del Dio Uno e Trino,  e dei frutti incomparabili che scaturiscono come una cascata di Amore: i doni dell’Amore. I carismi, appunto.
Don Alejandro è anch’egli un dono. Lode a Dio! Parla e le sue parole mi sembrano gocce di luce che rimbalzano scintillando su tutti noi. Sprizza gioia, emana da lui la forza dello Spirito Santo. Ne sento il profumo, ne avverto la Sua impalpabile Presenza. Dio Amore, lo Spirito di Amore parla attraverso don Alejandro. Percepisco lo stesso incanto, lo stesso stupore nei fratelli che mi sono accanto.
Don Alejandro richiama immediatamente il concetto dell’uomo nuovo che deve scaturire, fluire dalla vita nuova nello Spirito Santo e che è “quell’energia, quella forza, quella pace, quella fede, quella sicurezza, quella consapevolezza che Gesù è vivo, che è il Vivente!”
Lo Spirito di Dio ha la potenza della Resurrezione. Gesù è risorto per opera dello Spirito Santo. Noi risorgeremo per opera dello Spirito Santo. Ma se lo Spirito Santo è potenza di vita, di resurrezione allora perché- don Alejandro ci interroga, ci provoca- perché molti gruppi del Rinnovamento dello Spirito Santo assomigliano più a cliniche private di terapia psicologica per persone tristi, depresse, problematiche? Che fine ha fatto il fascino dei carismi, della manifestazione potente dello Spirito attraverso il canto in lingua, le profezie, la lode, l’adorazione? Non si parla più delle meraviglie dell’Amore di Dio, ma solo di disgrazie, di tristezze, di cupaggini. L’effusione dello Spirito ci è data per crocifiggere l’uomo vecchio, triste, lamentoso, depresso e deprimente e per far uscire l’uomo nuovo, la creatura nuova che diventa testimonianza della potenza di amore di Dio. Una creatura nuova che può, come S. Paolo, affermare “Non sono più io che vivo, ma è Dio che vive in me”. Lasciamo quindi che lo Spirito Santo fluisca dentro di noi e si manifesti attraverso i carismi.
 “Riguardo ai doni dei carismi, non voglio che restiate nell’ignoranza” (1 Cor 12,1).
S. Paolo vuole che siamo informati sui doni dello Spirito Santo. Essi infatti sono “sorgente enorme di forza”, per la Chiesa e per il mondo. Lo stesso Concilio Vaticano II parla di doni “speciali” dati ai fedeli, cioè ai battezzati, e che lo Spirito distribuisce come vuole. Essi sono dati per l’utilità comune nello svolgimento di un ministero, di un servizio ed è un diritto/dovere esercitarli per il bene di tutti e della Chiesa.
Più avanti, nella stessa lettera, S. Paolo inizia ad enumerarne alcuni: il linguaggio della sapienza, della scienza, della fede, della guarigione, il potere di fare miracoli, il dono della profezia, il dono di distinguere gli spiriti, la varietà delle lingue e l’interpretazione delle lingue. “…ma tutte queste cose le opera tutte il medesimo Spirito distribuendole a ciascuno come vuole”. I carismi non sono “riservati” a pochi eletti, ma tutti possiamo esercitare quei carismi ordinari e a volte straordinari che lo Spirito vuole donarci e attraverso i quali lo Spirito stesso si manifesta. “Carismatici” quindi sono tutti coloro che ricevono l’effusione dello Spirito. C’è un carisma di profezia, che per S. Paolo è il più alto perché la profezia ha a che fare con la Parola stessa di Dio, c’è il carisma di guarigione e quello dei miracoli, intrecciati fra loro perché la guarigione può passare anche attraverso una cura, una medicina, l’abilità di un chirurgo, mentre il miracolo è quando avviene qualcosa che è umanamente e scientificamente impossibile. Il dono della sapienza che è la capacità di avere una lettura sapienziale della vita, di saper scorgere l’azione del Signore in ogni istante della nostra vita e di saper insegnare le cose più alte riguardo a Dio. E che dire del discernimento? Bisogna capire la volontà di Dio e questo carisma ci aiuta a capire se un desiderio forte, una visione mentale, un’illuminazione, un’ispirazione vengono veramente da Dio oppure no, se è invece il demonio o la semplice natura umana, o una suggestione, una marcata emotività a suscitare certi pensieri, certe immagini.
 S. Paolo, come abbiamo visto elenca nove carismi, ma ce ne sono molto di più. Quello che secondo me è importante è la consapevolezza che il regalo dei carismi, il pacco-dono ricevuto il giorno del nostro battesimo, viene fatto dallo Spirito Santo a tutti i cristiani. Adesso sta a noi decidere di aprire finalmente questo pacco che spesso è rimasto chiuso, impolverato, dimenticato in qualche angolino nascosto del nostro cuore. Quel dono che ci è stato dato personalmente è importante per me, per la mia santità, per la realizzazione piena della mia vita, ma è importante anche per il bene comune perché io ne sono responsabile. Se lo seppellisco, lo nascondo, lo chiudo in un armadio ne risentono tutti. Tutta la Chiesa ne risente. Il carisma quindi è per me una responsabilità che ho verso la comunità e nella misura in cui lo vivo, tutta la comunità, tutto il corpo ne trae giovamento.
E’ necessario pensare che il Signore ha preparato per noi tutti questa grazia dei carismi e che nel battesimo dello Spirito che riceveremo tra poco, nell’esperienza straordinaria dell’unzione, dell’effusione di una nuova Pentecoste verremo rivestiti di potenza dall’alto! E che con essa in modo straordinario, forte e potente avverrà la manifestazione dei carismi.
Desideriamo ed aspiriamo ai carismi più alti, esercitiamoci a viverli, a testimoniarli. Solo così saremo la corrente di grazia di cui parla Papa Francesco che rinnoverà il mondo!

giovedì 11 maggio 2017

Seminario di Vita Nuova: LO SPIRITO SANTO






Lo Spirito Santo


Due anni fa, nell’imminenza della Giornata di Effusione dello Spirito Santo, mi fu regalato un libro bellissimo che si intitolava “Fuoco dal Cielo” di Chiara Mirante. La prima pagina era quasi una provocazione. Cos’è, o meglio, Chi è lo Spirito Santo? Il grande teologo Von Balthasar lo definisce “lo Sconosciuto al di là del Verbo”.

E’ vero. E’ difficile dire, parlare, definire lo Spirito Santo perché è inesprimibile e inenarrabile.

Ecco, stasera Bianca, una gentile e garbata sorella del Rinnovamento viene apposta da Pisa per cercare di parlare di questo ineffabile “Sconosciuto”. Credo che le sia toccato il tema più bello, ma certamente più difficile di tutto il Seminario: spiegare in poco meno di un’ora lo Spirito Santo! Dopo molti insegnamenti siamo infatti arrivati al “cuore” del nostro percorso, al nucleo vitale, al centro stesso della S.S.Trinità.

Bianca esordisce citando la Beata Elena Guerra, mistica dello Spirito Santo, che in uno dei suoi scritti afferma che molti credono che lo Spirito Santo abiti in luoghi remoti e inaccessibili, in realtà è la Persona divina che assiste più da vicino la creatura, la penetra di sé, la custodisce, l’aiuta, è più vicina all’anima dell’anima stessa. Eppure non lo si invoca, non lo si ringrazia mai. Poche persone chiedono il dono dello Spirito santo, ma coloro che lo ricevono, ricevono tutto!

Fin dalle origini infatti, lo Spirito aleggia come soffio vitale sull’opera creatrice del Padre. “Lo Spirito di Dio aleggiava…” Bello questo verbo, “aleggiare”! Evoca subito delle “ali”, ali che contengono, che abbracciano, che proteggono. E dal caos, dal disordine scaturisce la creazione e l’ordine. E’ l’opera che si compie anche nella nostra vita: dove c’è il vuoto, il deserto, le asperità, la solitudine, quando arriva il soffio di Dio, Ruah, ecco che tutto diventa creazione, armonia, ordine, bellezza. Bianca ripercorre le tappe della Rivelazione divina dalla Genesi fino alla Pentecoste: è la storia di amore tra Dio e l’uomo. Un amore che è Spirito e Vita: Dio alita (ancora le “ ali ”!) e dona la vita, soffia e l’uomo diventa una creatura ad immagine e somiglianza del suo Creatore. Il soffio di Dio ci è rivelato dapprima dai profeti. In Ezechiele soprattutto c’è un passaggio struggente: “Metterò dentro di voi uno Spirito nuovo, cambierò il vostro cuore di pietra e lo trasformerò in un cuore di carne”.

Nella pienezza del tempo, poi è l’angelo Gabriele che annuncia a Maria che lo Spirito dell’Altissimo scenderà e la coprirà con la sua ombra. Ecco quindi che lo Spirito Santo è potenza dell’Altissimo e il Messia annunciato sarà quello su cui si poserà lo Spirito del Signore. E davvero lo Spirito scende su Gesù, in apparenza corporea come di colomba e lo riconosce come il “Figlio mio prediletto”. E ancora, la prima parola pubblica di Gesù nella sinagoga è “Lo Spirito del Signore è sopra di me e mi ha mandato per annunciare ai poveri il lieto annuncio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista”.
Se ci riconosciamo poveri, prigionieri, ciechi allora abbiamo anche noi bisogno di essere battezzati nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo cambia la vita.

Lo Spirito Santo non è un dono. E’ la Terza Persona della S.S. Trinità, non in ordine di importanza, ma in ordine di rivelazione. La S.S. Trinità si è rivelata all’uomo pian piano, a piccole tappe. Ma rimane pur sempre un grande mistero. Lo Spirito Santo è l’amore di Dio in atto, Egli agisce nella nostra vita e la trasforma. E’ Gesù stesso che ci parla dello Spirito Santo “Vi manderò il Consolatore” e ce lo definisce: Paraclito, Spirito di Verità, Consolatore.

I simboli con cui lo Spirito si manifesta sono il fuoco che fonde, riscalda, arde, brucia; il vento libero, misterioso, soave, brezza leggera; l’acqua, l’Acqua Viva che lava, che purifica che feconda, che fa crescere e che rimanda al battesimo; l’olio, il crisma che consacra. E poi la luce. La presenza di Dio è sempre simboleggiata dalla luce.

E alla fine, Bianca suggella la fine di questo bellissimo insegnamento chiamando i fratelli che riceveranno tra poco l’effusione dello Spirito Santo e dà loro un lumino acceso, la luce, il fuoco simbolo dello Spirito, perché diventino a loro volta luce per gli altri, testimoni di vita nuova. E, alla maniera degli Ebrei, che quando pregano si coprono, i fratelli effusionandi con il loro lumino acceso in mano vengono “coperti” da una tenda, ricordo della nube attraverso la quale Dio parlava al popolo eletto.

Ecco. Lasciamo che un canto di gioia e di lode ci accompagni. Lasciamo che la scintilla divina risplenda nella nostra vita. Lasciamo che il fuoco dello Spirito infiammi d’amore ogni creatura. Lasciamo lo Spirito, soffio di vita, agire dentro di noi per trasformarci in donne e uomini nuovi.