giovedì 11 luglio 2019

Pillole di Rinnovamento: IL SERVIZIO DELLA MUSICA E DEL CANTO


Come dice l’apostolo Paolo, ognuno dei partecipanti dei nostri gruppi di preghiera è portatore di un dono, di un carisma particolare, forse già confermato o ancora da sviluppare!
      I nostri gruppi riflettono dunque una grande diversità, eppure, ad ogni riunione, è lo stesso Spirito, lo stesso unico Dio che si manifesterà per parlare, agire in noi.
L’animazione del gruppo di preghiera sarà dunque il servizio privilegiato di questa unità dello Spirito, di questo vincolo della pace (Ef. 4,3) che favorisce e unifica l’esercizio dei differenti carismi.
Come il direttore d’orchestra in mezzo ai musicisti, l’animatore sarà attento che gli strumenti si accordino e siano in sintonia per suonare in modo armonioso, in modo da trasmettere il messaggio del compositore, e cioè la Parola di Dio, attuale e particolare per ognuno dei nostri gruppi di preghiera. E all’inizio il compito non è facile!
Tuttavia non si tratta di porre sul piedistallo questo servizio o di considerarlo come il più difficile o il più gratificante nel gruppo di preghiera. Come in ogni servizio, quando si tratta del Signore e dei fratelli che Egli ci dà, è donata una grazia per permetterci di compierlo senza glorificare noi stessi ( 2Cor. 10,17).
Precisiamo che anche nei gruppi di preghiera poco numerosi l’animazione della preghiera resta un servizio di équipe, di alcuni fratelli riuniti attorno all’animatore, che formano il cuore del gruppo, un cuore ardente incaricato di infiammare tutto il gruppo dell’amore e la gioia di Dio.

Cantori alla presenza del Re
Il servizio della musica e del canto è uno dei ministeri di fatto tipici di un gruppo del Rinnovamento, vista anche la particolare importanza che possiede la componente del canto all’interno della preghiera comunitaria carismatica. Ogni gruppo, dal più piccolo al più grande, ha al suo interno tale servizio, che va dal semplice incarico al singolo animatore per le comunità più piccole, fino a un ministero ben strutturato, con musicisti e coro, per le comunità più numerose.
La “visione” classica alla quale s’ispirano i ministeri del canto nel Rinnovamento è quella del capitolo 25 del Primo libro delle Cronache, nel quale si parla del culto all’interno della “Tenda di Davide”, della costituzione di un ministero numeroso e profetico, attraverso il quale si manifesta a Israele la Gloria di Dio nella Nube.
Ma per la dimensione locale del gruppo ci può essere più d’aiuto il brano di 1 Sam. 16, 14-23.
 Nel brano citato si racconta che il re Saul veniva spesso oppresso da uno spirito immondo, allora si cercò per lui qualcuno che suonasse la cetra perché potesse “calmarlo”. Quindi venne convocato il giovane Davide, “abile suonatore di cetra”, per stare alla presenza del re. In questo passo, al versetto 18, possiamo riscontrare alcune caratteristiche importanti per svolgere il servizio della musica e del canto:<……egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio nelle parole, di bell’aspetto e il Signore è con lui >.
Le qualità dell’animatore del canto e della musica 
< Egli sa suonare >. Il concetto dell’abilità nel suonare viene ripetutamente espresso anche nei versetti precedenti. È ovvio che per essere un cantore ci deve essere di base un talento musicale, anche minimo ( non esclusivamente saper suonare la chitarra……).
Ciò vuol dire anche che bisogna imparare, “andare a scuola”, per poter dare al Signore il meglio di noi.
< Forte e coraggioso >. Si parla di un cantore rafforzato dallo Spirito, non timido, ma coraggioso, che mette in gioco i suoi talenti e la sua vita per il Signore ( pensiamo alla sfida dell’evangelizzazione).
< Abile nella armi >. Si tratta, delle armi spirituali di cui parla Paolo al capitolo 6 della lettera agli Efesini. Un cantore deve nutrirsi di preghiera personale e di vita sacramentale.
< Saggio di parole >. Nella lettera di Giacomo leggiamo che dalla stessa bocca non può uscire benedizione e maledizione (Giacomo 3,9 -12).
< Di bell’aspetto >,  non parliamo di bellezza fisica, ma di una gioia e un entusiasmo che devono trasparire anche esteriormente. Niente cantori musoni, brontoloni, seriosi. Sorrisi e sguardo limpido!
< Il Signore è con lui > . Questo punto riguarda la comunità. La comunità deve avvertire che il Signore opera attraverso il servizio del canto con un carisma speciale e chi canta deve camminare con il Signore.
Anche per il servizio del canto il termine di discernimento ultimo è la qualità della vita comunitaria. I cantori devono vivere appieno la dimensione del gruppo, devono essere membra vive della comunità, evitare isolatamente e mancanze di condivisione, o peggio ancora cammini paralleli.
Ciò vale specialmente per i ministeri più grandi, nei quali più facilmente si annida la tentazione dell’autosufficienza o dell’ambizione.
Animare secondo lo Spirito
Un animatore deve conoscere i suoi fratelli, deve sapersi accorgere se un canto facilita la preghiera o è troppo difficile per l’esecuzione assembleare, perché non cada nell’errore di animare solo se stesso.
Un canto può servire a sottolineare la Parola proclamata, può anticipare profeticamente una Parola che poi verrà proclamata, può essere esso stesso Parola proclamata, può essere la parola di risposta dell’assemblea alla Parola proclamata.
Per riuscire in questo non ci sono formule, ma bisogna semplicemente vivere nel totale ascolto dello Spirito la preghiera comunitaria: cosa vuole compiere lo Spirito in questo incontro?
Il servizio del canto non può trincerarsi dietro il libretto dei canti, le prove, la tonalità di esecuzione, i problemi di amplificazione. Questi sono strumenti che aiutano la lode, non sono la lode.
I membri del servizio del canto devono essere uomini di lode; non è possibile pensare che un cantore non sia anche un animatore della preghiera, capace di lodare il Signore a voce alta, di esultare nel giubilo, nel canto in lingue, nella gestualità. Come nell’Antico Testamento, quando i cantori cantavano all’unisono < Lodate il Signore perché è buono, perché eterna la sua misericordia > (Salmo 136, 1) si manifestava la gloria di Dio in maniera visibile, anche adesso quando il nostro ministero è svolto con unzione si manifesta la gloria di Dio, ma in maniera invisibile: è lo Spirito Santo che prende possesso dell’assemblea, che inizia a trasformare i cuori, che fa “discendere” la profezia.
Se il canto non trasforma la comunità orante, non rende visibile la Pentecoste permanente, interroghiamoci se stiamo svolgendo bene il nostro ministero, se la lode abita realmente nei nostri cuori; forse il canto non ha trasformato ancora nemmeno noi.

LO SAPEVATE CHE………
Il canto di cui parla il Profeta Isaia (cap. 54.1), cioè il canto nelle circostanze difficili, spezza le catene, afferma la supremazia di Cristo e spacca le montagne come dinamite?
Cecil Stewart, evangelista conosciuto in tutto il mondo e soprattutto in Africa per le sue crociate e insegnante in seminari per leaders, ha ricordato una sua terribile esperienza personale.
Poco prima di una conferenza, gli venne comunicato dal suo medico, che un tumore allo stomaco gli avrebbe lasciato pochi mesi di vita.
Dopo qualche minuto di angoscia terribile, prese una drastica decisione: avrebbe cantato al Signore nonostante tutto. Il Signore lo ha premiato con la pace del cuore ed è ancora forte e pieno di vita  a quattro anni di distanza da quella sentenza che pareva inappellabile.
Che il Signore sia lodato!


Nessun commento:

Posta un commento