3° incontro di Seminario GESÚ SALVATORE
Mercoledì 25 aprile, giorno in cui la Chiesa festeggia S.
Marco evangelista e la storia civile ricorda la Liberazione di Italia, a farci
l’insegnamento di Seminario è proprio il nostro Marco e l’argomento è la liberazione, ma non civile, una
liberazione ben più grande! Marco ci parla di Gesù Salvatore che ci libera dai
nostri peccati! Alfredo aveva parlato nell’incontro precedente di “Peccato e Conversione”,
Marco ci ha spiegato che tra Peccato e Conversione c’è qualcos’altro…. o meglio
Qualcuno! GESÚ SALVATORE! Ci ha fatto quindi fare un passo indietro facendo
riconsegnare i foglietti dove scrivere un nostro peccato che ci pesa, del quale
non riusciamo a liberarci, non andandolo però a cercare con la ragione, ma
lasciandocelo suggerire dallo Spirito Santo.
Durante il canto lo Spirito mi sussurra dentro dolcemente
parole che mi stupiscono:
“TU NON TI FIDI DI ME”
Non me l’aspettavo! Di peccati ne ho, ma mi pareva di saper
affidarmi abbastanza a Nostro Signore! Comunque dato che la voce continuava a
ripetere soavemente la stessa frase, mi son fidata che il problema da togliere
era quello e l’ho scritto nel foglietto che per il momento abbiamo messo in
tasca.
Dopo l’elenco dei peccati della carne che Paolo annota nella
sua lettera ai Galati al capitolo 5versetti 19-21a (vedi foto), ascoltiamo la parabola del Buon
Samaritano, dal Vangelo di Luca cap 10 versetti 25-37.
GERUSALEMME/PARADISO 750m lm
GERICO/INFERNO
-350m lm
Il viandante che scendendo da Gerusalemme a Gerico incappa
nei briganti è paragonabile ad Adamo, cioè ad ognuno di noi, che passa dal
Paradiso della purezza alla nascita all’Inferno nel mondo, incappando nei
briganti spirituali (demonio) che lo lasciano mezzo morto.
Passa un sacerdote, passa un levita, entrambi lo vedono, ma
passano oltre. Perché? Sono simbolo che “ la Legge non salva”. Passa un Samaritano, cioè un
pagano agli occhi dei Giudei, persona disprezzabile; anche lui “Vide”, ma si
ferma a soccorrere il viandante. Perché? Ne ha COMPASSIONE. Ciò che salva è
l’AMORE.
La Legge dice al sacerdote e al levita solo ciò che il
malcapitato viandante, che è immagine di ognuno di noi, ha sbagliato, invece
Gesù scende dal Paradiso e prende forma umana per scendere nel mondo a
salvarci, per amore!
Una tradizione antica spiega tutta la simbologia della
Parabola tralasciando però i due elementi di cura: l’olio e il vino cioè la
croce di Gesù e il Suo sangue.
A questo punto Marco tira fuori una croce alta circa un
metro e un barattolo di vernice vermiglia e ci dice che Gesù ha guarito le
nostre ferite dovute al peccato trafiggendo il corpo del peccato alla croce e
lavandolo con il suo sangue, quindi per chiarire il concetto ci spiega la
modalità di espiare i peccati dei Giudei confrontandola con quello che fa Gesù:
i Giudei potevano espiare i peccati solo al Tempio di Gerusalemme dando ai
sacerdoti un animale da sacrificare che acquistavano al Tempio; intorno al tempio c’erano dunque banchi che
vendevano animali di varie dimensioni e i banchi di cambiavalute. Dato che tra
il peccatore e Dio nel Sancta Santorum c’è il sacerdote che uccide l’animale,
Dio vede solo il sangue dell’animale e non vede più il peccatore e più
l’animale è grosso più peccati copre; Gesù invece si mette al posto
dell’animale sacrificale e il sacerdote diventa un tramite con il peccatore attraverso la Confessione.
Accompagnati dal canto SANGUE DI GESÚ uno alla volta abbiamo
portato il nostro peccato scritto nel bigliettino che avevamo in tasca e lo
abbiamo inchiodato alla croce con chiodi veri e martello che Marco aveva
portato.
È stato impressionante il suono di quei colpi di martello,
forti e ripetuti per 35 volte, tante quanti eravamo nella cappellina!
Inchiodato l’ultimo Marco prende la vernice e la passa su tutta la croce, sopra
tutti quei biglietti che ne diventano grondanti. Esperienza di forte impatto;
significa: “Gesù con il Suo sangue mi ha perdonato quello che ho fatto, con la
Croce Gesù mi ha liberato da ciò che sono.” La salvezza non avviene solo con la
cancellazione dei peccati , ma anche con l’uccisione del corpo del peccato e
Lui si è fatto questo “ corpo” per noi, ed essere ucciso al posto nostro,
perché ci ama e ha compassione di noi. Qualche secondo di silenzioso
raccoglimento……Grazie Gesù!
Grazie Marco per averci saputo fissare così efficacemente
nello sguardo e nell’udito, oltre che nel cuore, che cosa facciamo a Gesù ogni
volta che cadiamo nel peccato, mentre Lui attraverso il sacramento della
Riconciliazione ci versa sulle ferite delle nostre disobbedienze il Suo olio e
il Suo vino, Corpo e Sangue e ci restituisce sempre la veste battesimale nuova
come appena messa.
Viva Gesù! Viva il Rinnovamento!
Simona S.