venerdì 3 marzo 2017

2 Marzo 2017: GOD’S NOT DEAD

 
Io e mio marito siamo stati a vedere il “sequel” di GOD’S NOT DEAD.       
Devo dire subito che pur essendo un bel film - che tutti dovrebbero vedere - il primo mi aveva coinvolto di più, per i maggiori spunti di riflessione contenuti.  
Ma veniamo a noi. 
In un' America, e potremmo anche dire nel Mondo cosiddetto occidentale, la religione è relegata ad un fatto puramente personale che non deve destabilizzare le istituzioni, pena l’ostracismo ed in questo caso sanzioni punitive. 
Così un' insegnante cristiana si trova nei guai per aver cercato di dare conforto ad un’ alunna disperata per la perdita del fratello, ma soprattutto per l’ indifferenza dei genitori. Per la ragazza le parole dell’insegnante sono una piccola speranza per un domani dove potrà riunirsi con l’amato fratello, ma la vera svolta avviene quando una operatrice che è andata a casa sua per ripulirla da tutto quello che era appartenuto al ragazzo, le consegna una Bibbia trovata in uno scatolone. Comincia  a leggere e le prospettive cambiano; così durante una lezione di storia sul pacifismo di M.L.King e Gandhi, domanda se anche Gesù si può definire un uomo di pace; la professoressa dice di si e porta degli esempi attinenti a fatti storici. Un ragazzo però la denuncia al consiglio di istituto che la vuol costringere a ritrattare e correggere le opinioni espresse, ma lei si rifiuta. 
A parer mio non tanto per confermare la sua fede, ma perché certa di non aver fatto nulla di male. 
Poi le cose si complicano e viene portata in tribunale dai genitori della ragazza che si rivolgono ad un principe del foro per riaffermare il loro ateismo e ricondurre la figlia sulla loro strada. 
Qui si inseriscono personaggi che avevamo visto nel film precedente: la giornalista rampante  ora che è guarita dal cancro  non sa più se credere all’intervento divino o alla scienza; il ragazzo orientale che ha trovato Dio e vuole scoprirlo sempre meglio e, ripudiato dal padre, è consapevole di averne trovato uno migliore che non tradisce.   Durante il processo il Pastore accettato con molti dubbi fra la giuria si sente male e viene sostituito da una ragazza molto “alternativa”, con capelli colorati, tatuaggi, ecc.   Il processo va avanti, ma tutto fa pensare che la spunterà il grande avvocato (che sembra un gatto che ha mangiato il topo). 
La svolta avviene quando all’ ultima udienza il giovane  che difende l’insegnante, e che ha capito quanto profonda sia la sua fede anche se per adeguarsi alle convenzioni la tiene nascosta, cambia atteggiamento e da difensore  diviene suo accusatore fino a rompere le difese dell’insegnante e far emergere la fede profonda che governa la sua via.             
La giuria chiamata ad emettere il verdetto la assolve, ma a far giungere a questa assoluzione è stata senz’altro la ragazza colorata, che quando si gira per uscire fa bella mostra di una croce tatuata sul collo. 
Anche lei finalmente aveva potuto esprimere la sua fede.
Anna D.