venerdì 2 febbraio 2018

Il miracolo più grande: la S. Messa (2^ Parte)

Ieri sera, 1 Febbraio, nel nostro Cenacolo di Orciolaia abbiamo avuto il secondo incontro formativo inerente la S. Messa. Relatore Federico Daveri, diacono permanente della nostra diocesi. Proviamo a trascrivere qualche appunto:

Nella S. Messa la Consacrazione, come un vortice, è capace di attirare tutto attorno a sé. 
Come il sole è un punto fisso focale dell’universo che attira grandi massi e pianeti che gravitano intorno ad esso, così nella Celebrazione Eucaristica il centro è Gesù Cristo, che è il nostro “Sole che nasce dall’alto” (cf Lc 1,78).
La parola Eucaristia significa “rendimento di grazie” e il Cristiano, durante il momento in cui riceve la S. Comunione, può solo ringraziare e lodare il Signore della Sua Presenza!
L’Eucaristia nasce “nella notte in cui fu tradito”, come si legge nel messale; siamo nel Cenacolo e il giovedì il Signore compie un gesto: “prese il pane, alzò gli occhi al cielo, disse la benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli…”(cf Mt 26,26-29) e  da’ il comando di perpetuare questo gesto fino al momento della parusìa, in cui ritornerà nella gloria.
Gesù nel miracolo della moltiplicazione dei pani, prende i pani, rende grazie, li benedice e li da’ ai discepoli affinché li distribuiscano. E’ un’anticipazione dell’Eucaristia! Nonostante avessero avuto a disposizione solo cinque pani e due pesci, i discepoli diedero da mangiare a cinquemila uomini più donne e bambini e avanzarono dodici ceste piene (cf Gv 6,5-12).
La Chiesa è sovrabbondanza di grazie del cielo!
Nella Messa il Celebrante fa da tramite tra il popolo di Dio  e Dio, che manda lo Spirito Santo, che attraverso il Sacerdote, figura di Cristo, consacra l’Eucaristia.
Quando il Sacerdote inizia la Consacrazione attraverso le parole “Padre veramente Santo, fonte di ogni santità….” avviene il miracolo della transustanziazione, cioè il passaggio totale della sostanza da pane a Corpo e da vino a Sangue.
La Preghiera Eucaristica è anticipata dal Prefazio, che non significa prefazione, ma siamo già alla presenza del Signore e merita tutta la nostra attenzione.
Le Preghiere Eucaristiche che vengono utilizzate per la Consacrazione sono quattro, ma anticamente era solo una e si chiamava Preghiera Eucaristica Prima del Canone Romano e risale alla Chiesa primitiva: tutte derivano da quella.
La Preghiera Eucaristica è una concatenazione di tante preghiere: si prega per la Chiesa, per la famiglia, per i viventi, per i defunti, per i ministri della Chiesa, per i Santi ecc… “Padre clementissimo, noi ti supplichiamo e ti chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, di accettare questi doni…. te l’offriamo anzitutto per la tua Chiesa… perché tu le dia pace e  la protegga, la raccolga nell’unità e la governi su tutta la terra, con il tuo servo il nostro Papa… il nostro Vescovo…e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli….”  E’ una preghiera “prostrata” del Celebrante!
Negli Atti leggiamo che “la moltitudine di coloro che erano venuti  alla fede avevano un cuor solo e un’anima sola… “ un grande polmone di preghiera, di spiritualità,  di carismi: erano una moltitudine, e noi siamo con loro! I fedeli erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, nell’unione fraterna, nello spezzare il pane… vivevano fraternamente (cf At 4,32-35). Tutto questo non è lontano da come viviamo oggi nella Chiesa.
La Preghiera Eucaristica continua: “ricordati dei tuoi fedeli… di  tutti i presenti dei quali tu conosci la fede e la devozione…” Fede e devozione vanno su due binari distinti ma che corrono insieme. Questo leggiamo nel Canone Romano.
Il popolo qui è concelebrante perché il Sacerdote offre i sacrifici della Chiesa e di noi fedeli, le nostre sofferenze e le difficoltà che abbiamo a casa.
Poi si prega con i Santi in comunione con tutta la Chiesa e con la Madonna, tutti affacciati dal balcone dell’eternità. Qui cessa ogni canto e ogni movimento, chiudiamo gli occhi e apriamo il cuore perché in quel momento avviene il passaggio da pane a Corpo e da vino a Sangue: la transustanziazione!
Subito dopo la Chiesa invoca lo Spirito Santo, affinché con gli occhi del cuore possiamo vedere davvero la Presenza reale del Signore.
Viene disegnata tutta la storia della salvezza: Abele, Abramo, l’offerta pura e santa di Melchisedech che fu il primo sacerdote che offriva pane e vino.
C’è poi la preghiera per i defunti… e qui il Sacerdote chiede misericordia anche per i ministri dell’altare, e ancora si invocano i santi.
Segue la dossologia, cioè la lode alla Trinità, per ciò che gli occhi del nostro cuore hanno potuto contemplare, e si recita il Padre nostro, che è l’unica preghiera dettata dal Signore direttamente agli apostoli.
Lo scambio di pace non è un gesto sociale: abbiamo pregato fin qui cercando di togliere tutte le zavorre che ci tenevano legati a terra, ci siamo preparati per tutta la Messa all’incontro con Dio nella Santa Comunione, non dobbiamo sprecare questo momento con troppe distrazioni!
Il Sacerdote raccoglie la benedizione che esce dall’Altare dove c’è l’Ostia consacrata e la distribuisce sopra a tutto il popolo, anche a chi non farà la Comunione.
Infine il Sacerdote congeda e in molte chiese lo scambio della pace avviene proprio in questo momento. “Andate in pace…”  non significa andate a fare la pace, ma portate la pace del Signore!

Federico ci ha aiutato nella comprensione avvalendosi di un antico Messale in uso oltre 3 secoli fa, oltre che di una attuale versione. Dopo la catechesi abbiamo avuto la possibilità di fare domande e gioiose considerazioni.
Si è trattato di un incontro particolarmente interessante, di sicuro la nostra partecipazione alla S. Messa sarà ancora più attenta e consapevole!
Appuntamento al prossimo 1 Marzo per il terzo incontro formativo riguardante la S. Messa, dove Federico ci ha annunciato che scopriremo l’Eucaristia fonte di guarigione, e non solo al momento della Santa Comunione. Aspettiamo con gioia!

L. C.